lo scarabeo che caccia l'aquila

mercoledì 9 febbraio 2022

WAKINYAN E WAKINYAN WICAKTEP TUONO E QUELLI UCCISI DA TUONO

LAKOTA Gli hejoka avevano il potere, se lo desideravano, di deviare i distruttivi fulmini che tanto frequentemente cadevano sulle Grandi Pianure. Lenivano il male, ma lo potevano anche acuire. Gli heyoka giocavano un ruolo molto importante all’interno del cerchio dei villaggi lakota. Il loro clownesco comportamento divertiva la gente e, allo stesso momento, portava all’attenzione i comportamenti devianti, le azioni e i fatti non accettabili dalla società. Facendo ridere, con le loro mosse grottesche, provvedevano al necessario sollievo del popolo dal rigido codice del conformismo sociale lakota; codice morale che gli heyoka erano liberi di ridicolizzare. Sollevando l’atmosfera nei momenti più duri erano capaci di mandare segnali di ammonimento quando la società si faceva compiacente. Mettevano all’indice il potenziale pericolo e, sempre con le burla, annunciavano le conseguenze che derivano dalla non vigilanza; mettevano in allerta il villaggio sulle potenzialità negative dell’azzardata situazione. Racconto descrittivo delle tradizioni della tribù Lakota Quello che la gente comune dice degli Uomini Tuono e degli Heyoka WAKINYAN E WAKINYAN WICAKTEP TUONO E QUELLI UCCISI DA TUONO Si dice che gli Uomini Tuono vivano ad Ovest perché è da li che vengono. Sono considerati i guerrieri del Mistero Finale. Le Great Mountains sono la loro casa. Uccidono chiunque non rispetti le loro leggi. Degli Uomini Tuono, si dice, che vivano alla maniera della gente comune. Ma in più, viaggiano in tutto il mondo, lo nutrono, viaggiando causano la caduta delle piogge. Fanno si che la terra cresca tante cose straordinariamente belle e, così facendo, aiutano gli animali e gli uomini a prosperare in abbondanza. Lì, dove la terra ha subito un danno, loro arrivano a ripulirla con la pioggia, lavando via tutto ciò che ha causato il danno. Cielo, terra e acqua sono gli esseri che gli Uomini Tuono stimano su tutti. Quello, fra tutti i quadrupedi della terra, è il cavallo; per quanto anche tutti gli altri quadrupedi, per loro, sono importanti. Quelli fra gli alati del cielo sono: il gabbiano, il falco, l’allodola e le rondini. Fra gli esseri acquatici quelli più apprezzati sono la rana e il tritone perché arrivano giù sulla terra con le piogge. Per quanto, animali non esclusi, possano essere tante le ragioni che mandano i fulmini a folgorare le cose, si dice che se si impegna a celebrare certi riti, quando una persona sogna degli Uomini Tuono, solo il fallimento nel compimento di quegli obblighi comporterà la sua morte tramite fulmine. Quelli che sono stati uccisi dai guerrieri degli Uomini Tuono, si dice, che furono colpiti in cima alla testa. Quello colpito dal fulmine aveva i capelli in cima alla testa arruffati come una palla. E’ per questo che gli heyoka con i capelli in cima alla testa ci fanno un nodo. Se qualcuno non fa come gli è stato insegnato nella visione o nel sogno arrivato dagli Uomini Tuono, si dice, che un fulmine lo farà per lui. Viaggerà attraverso il suo corpo arricciandogli le membra, segnandolo nel modo che avrebbe dovuto dipingere se stesso; per questo, coloro che sognano i tuoni, hanno l’usanza di dipingersi il corpo e le membra in quella maniera. Si dice che i fulmini tempestino il palco della sepoltura, quando una persona uccisa dai fulmini viene messa sul palco della sepoltura. La persona colpita dal fulmine veniva portata nel dominio degli Uomini Tuono per vivere lì con loro. Quando vengono gli esseri tuono da Ovest, perlomeno così si dice, alcuni fra quelli che arrivano hanno il permesso di scagliare le folgori che uccidono. Gli esseri tuono dicevano a quello da folgorare: “Silenziosamente e delicatamente (nel sogno) andrai dalla tua gente. Avrai compassione di loro perché pensano di essere nel giusto ma, la sapienza che gli uomini credono di avere, tale non è – gli dicono – ad ognuno di loro tu svelerai la verità.” Gli altri heyoka pregheranno per lui e lo onoreranno per tutto ciò che vogliono o abbisognano, si dice. Un uomo che sognò i tuoni raccontò del suo sogno: “Ho sognato di stare nel paese degli esseri tuono. Un’allodola venne da me proveniente da ovest e saltai in aria come un saetta. Quando ripresi conoscenza ero nel grande villaggio degli esseri tuono. Erano gente comune che aveva dipinto il proprio corpo di grigio bianchiccio. Gli arti erano dipinti con strisce a zigzag rosse, più o meno larghe come una mano.” Mi dissero: “Da ragazzo, così come da uomo o da vecchio, si sempre lucidamente conscio che i riti che vedrai saranno esattamente come quelli che rivelerai alla tua gente.” Un heyoka, impaziente di eseguire il rito del prelievo dal bricco bollente, si rivolse a quello che aveva viaggiato nella terra degli esseri tuono dicendogli: “Ho avuto una visione in sogno. Da quel momento sento urla di guerrieri ogni volta che arrivano gli esseri tuono.” A questo, quello che aveva visitato gli esseri tuono, replicò: “Ti stanno chiedendo di prelevare dal bricco alla maniera degli heyoka. Ora potrai mostrare alla gente come eseguire nel modo giusto questo rito.” In quel momento lo heyoka fu pronto per eseguire il rito. Fu eretto nel centro del villaggio, fatto di vecchie e affumicate pelli di scarto, un piccolo tepee. Il tepee fu circondato dal gruppo di heyoka che già avevano rivelato i loro sogni avuti dagli esseri tuono. Non usarono tante pertiche come si fa per un normale tepee, ma ne usarono due per reggere il passaggio del fumo. Poi invitarono ad entrare tutti gli altri seguaci della Società Heyoka che già avevano eseguito i loro riti. Gli heyoka scelsero uno fra di loro. Il nuovo heyoka, quello che doveva eseguire il rito per la prima volta, fu toccato dal prescelto della Società Heyoka per prendere coscienza del nascente potere. Lo heyoka prescelto, mentre dipingeva quello nuovo, spiegava come lo stava dipingendo. Gli disse, anche, che avrebbe dovuto cavalcare un cavallo multicolore. A loro volta, tutti gli altri heyoka, si unirono per finirlo di dipingere. Il corpo fu dipinto di grigio bianchiccio; le membra con strisce zigzagate di colore rossiccio, come i fulmini. I capelli furono tirati davanti, arrotolati e legati in modo che pendolassero sulla fronte. Una pianta di Psoralea (ticanica hu) fu legata al nodo di capelli penzolante. A quel punto, si vestirono anche gli altri heyoka. Con vecchie pelli di tipi di scarto, a cui praticarono fori molto imprecisi, fecero dei gambali. E li indossarono come gambali. Con le stesse pelli, pure forate, fecero le maglie che indossarono. Il pericardio del bufalo, che gli copriva anche la faccia, lo usarono come copricapo. Sulla cima del cappuccio ci fecero un buco, dal quale penzolava una treccia. Prese due pezze, di vecchie pelli di daino di tepee di scarto, ci sagomarono due orecchini; grandi, circa, come il palmo di una mano. E li appesero agli orecchi. Dietro la testa gli penzolava una fila di piume di ali di corvo fissate su una striscia di pelle grezza imperlata alla base. Un arco fatto alla svelta, uno scudo e due o tre frecce costituivano il resto del costume. Questi archi non erano affatto funzionali, perché fatti alla svelta e senza cura. Ora, abbigliato nello stile che ho detto, lo heyoka stava per adempiere ai suoi obblighi. Era dipinto di grigio bianchiccio e fu messo su un cavallo multicolore con una lancia in mano. Cantò una canzone heyoka che diceva così: Viene una nube tonda Viene una nube tonda M’ avvio sul sentiero sacro con un voto per me stesso Viene una nube tonda M’ avvio sul sentiero sacro con un voto per me stesso Poi infilò una lingua di bufalo con la sua lancia e la tirò fuori dal bricco. Tutti gli heyoka, allora, si avvicinarono al bricco ed estrassero pezzi di bufalo con le mani nude. Poi si dispersero tra la folla portando pezzi di lingua di bufalo dovunque ci fossero seduti uomini di mezza età o più vecchi, ed offrendoglieli. Gli uomini, condividendo l’offerta di cibo, rispondevano: “Haye”. Ognuno rese omaggio al capo degli heyoka ed al nuovo heyoka. Dopo, per la gioia della folla, gli heyoka si esibirono in molte azioni comiche e buffe (com’è nella loro natura). Il nuovo heyoka aveva onorato i suoi obblighi verso gli esseri tuono, e la gente era felice per lui. Un giorno, si dice, che un altro uomo - che aveva ricevuto una visione – dopo essersi vestito secondo l’usanza heyoka, andò in giro per il villaggio facendo scherzi heyoka. I capelli scendevano sciolti, e su un solitario nodo di capelli aveva legato una fila di piume di ali di cervo. Aveva il torso dipinto di rosso e, sulle membra, aveva dipinto delle strisce a zigzag vermiglione che rappresentavano gli Uomini Tuono. Su piedi e mani aveva tracciato disegni forcuti. Indossò la sua veste di bufalo – con il pelo rivolto fuori – annodata all’altezza della gola. Portava un’imitazione d’arco ed alcune frecce storte insieme ad un tamburo colorato di rosso. Mentre bussava sul tamburo cantava questa canzone: Il potere del sole fa battere il mio cuore Torceva il corpo da una parte all’altra, mentre danzava in giro per il campo guardando a destra e manca. Ogni tanto soffiava s’un flauto ricavato da un osso d’ala d’aquila. Non faceva il prelievo dal bricco perché aveva ancora paura degli esseri tuono. Comunque, questa volta nel rispetto del rito, prelevò dal bricco. Lo fece una seconda volta ed ancora una terza. Da quel momento non ebbe più paura degli esseri tuono e si considerò un heyoka completo. Gli heyoka erano chiamati i “Non Grandi Fratelli”*. Parlavano ed agivano al contrario. Formarono una Società Heyoka e scelsero un giorno per celebrare la loro festa. Compievano i loro riti e le loro cerimonie cantando le canzoni heyoka alla gente. Circondavano il villaggio eseguendo le loro danze, cantando le loro canzoni, percuotendo il tamburo mentre cantavano. Non ballavano nel modo tradizionale ma saltando su e giù. * Non Grandi Fratelli (Ciyeku Sni) I membri della Società Heyoka potevano evocare tanto la parte luminosa che la parte scura del Mistero Finale (Taku Wakan) e, per questo, dai giovani del cerchio del villaggio, non erano considerati modelli da imitare. I membri delle società guerriere erano i Grandi Fratelli (Ciyekupi) dei giovani che mostravano capacità da combattenti. I guerrieri più famosi promettevano ai giovani che gli stavano più dietro d’insegnargli l’arte della guerra. Nello stesso modo, i giovani che promettevano capacità taumaturgiche, seguivano sempre gli uomini santi del villaggio.

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